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Cecchi Paone (Fi): “La Pascale al Gay Village? Tappa storica disegnata con Berlusconi. Colle, Della Valle teme Silvio…”

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cecchi paone 1“La difesa e il riconoscimento dei diritti civili è la nuova cifra dell’impegno di Fi e di Berlusconi”. Alessandro Cecchi Paone, consigliere per i Duritti civili del leader di Fi,  rimarca il concetto nella conservazione con Intelligonews all’indomani dell’iniziativa di Francesca Pascale al Gay Village. Con una lettura interessante sui movimenti per la successione al Colle…

Come legge la mobilitazione di Francesca Pascale che va al Gay Village?

«La mia non è una lettura dall’esterno; abbiamo semplicemente messo a segno un’altra tappa fondamentale nel percorso disegnato insieme, inaugurato con l’evento pre-estivo di Napoli e la sua iscrizione alle associazioni Arci Gay e Gay Lib. La presenza di Francesca Pascale al Gay Village non va letta come un fulmine a ciel sereno ma come l’impegno a intraprendere un percorso serio di ricostituzione di un rapporto tra Fi e il mondo Lgbt. Percorso che sta andando avanti attraverso iniziative e contatti, quello al Gay Village rappresenta uno dei momenti pubblici e per certi versi storici. Noi continuiamo a lavorare sul progetto di legge per le coppie di fatto e per costituire il primo dipartimento dei Diritti civili del partito: è la conferma di un impegno serio che ha in Francesca Pascale il massimo punto di espressione pubblica».

Come lo spiegate ai forzisti più riottosi, penso ad esempio alla Santanchè, che su questi temi ha una posizione distante dalla vostra?

«Vedo un partito che sta dimostrando una reattività nuova. Mi interessa un ‘pezzo da novanta’ come la Gelmini che viene da esperienze diverse ma che ha confermato anche rispetto all’iniziativa del Gay Village il suo appoggio per quanto riguarda una soluzione legislativa equilibrata e per la nascita del dipartimento Diritti civili del partito. I toni del passato, da crociata oscurantista sono completamente scomparsi dal panorama di Fi, anche perché la gran parte degli esponenti omofobi o tradizionalisti sono andati in Ncd, il partito di Alfano. In Fi ci sono posizioni e sensibilità diverse come ci sono sempre state; è un partito che tiene dentro tutti, purchè tutti siano disponibili a riconoscere la praticabilità dei diversi modi di intendere la famiglia, la sessualità, l’amore ».

Quindi posizioni come quella della Santanchè sono minoritarie?

«Non vedo scontri all’orizzonte: chi manifesta una sensibilità diversa è legittimo che lo faccia. Così come io sono stato in minoranza per dieci anni rispetto a una maggioranza di segno conservatore, adesso la situazione si è ribaltata».

Cosa risponde a chi dice che la Pascale non è Fi e non è Berlusconi?cecchi paone e frrancesca pascale

«Vorrei chiedere a coloro che lo dicono se secondo loro tutto ciò sarebbero possibili senza una linea di sostegno da parte di Berlusconi che c’è, ed è stata esplicitata con la sua dichiarazione a favore del riconoscimento dei diritti umani. Berlusconi è d’accordo e vuole questo impegno sui diritti civili».

Il vostro progetto di legge in cosa è diverso oppure no dal quello della senatrice Pd Cirinnà che pare arenato in Commissione?

«E’ simile. L’obiettivo di lungo periodo per un liberale è il raggiungimento dell’uguaglianza dei cittadini. Anche per noi la soluzione logica sarebbe quella dei matrimoni, ma sappiano perfettamente che sia per le diverse sensibilità in Fi che per quelle all’interno del Pd, la soluzione giusta e praticabile subito è il riconoscimento delle coppie di fatto, delle unioni civili. Diciamo che il modello al quale guardiamo è quello tedesco. Paradossalmente ci sono più problemi dentro il Pd che in Fi. La Santanchè, legittimamente, vuole mantenere un elettorato su alcuni punti ma Berlusconi come sempre farà una sintesi e la farà non sul matrimonio gay perché oggi sarebbe impossibile, bensì sul riconoscimento delle coppie di fatto».

Fi a un bivio. Quale futuro vede e come riconquistare quella parte di elettorato di centrodestra che ha votato Renzi?

«Sono sicuro che quella parte di elettorato che ha scelto Renzi alle Europee non farà la stessa scelta alle politiche perché non è di sinistra anche se il Pd oggi non esiste più, c’è il partito di Renzi. Sono convinto che molti voti torneranno a casa anche se vanno meritati ma il ruolo di Berlusconi è centrale. Non si può non riconoscere che senza Berlusconi l’operazione Renzi non solo come governo ma anche come il tentativo del premier di attuare una grande riforma nel Paese non starebbe in piedi. Non ci poniamo il problema del futuro di Fi perché abbiamo un ruolo centrale adesso. Senza Fi, il governo Renzi cadrebbe. Noi siamo profondamente orgogliosi e riconoscenti a Berlusconi che ha compiuto una serie di mosse politiche in grado di ridare centralità a lui e al partito. Si tratta di creare un nuovo consenso: Berlusconi ha tenuto lo zoccolo duro del consenso elettorale che tornerà a crescere alle prossime elezioni politiche. Come stiamo facendo sul tema dei diritti civili dobbiamo conquistare nuovi voti, specie tra l’elettorato giovane che non lo vedo votare per Ncd o l’Udc. Serve un ringiovanimento dei contenuti e dei linguaggi – leggi Pascale – e anche del personale politico».

Sì, ma per rinnovare il partito servono le primarie. In Emilia Romagna ieri c’è stata una bassissima affluenza alle urne tra l’elettorato di centrosinistra.

«Parlo a titolo personale ma sono in linea col pensiero di Berlusconi. Le primarie non sono uno strumento tipico della sensibilità, delle abitudini dell’elettorato di centrodestra. Lo strumento giusto a mio avviso è quello della partecipazione e della mobilitazione sui singoli temi. I diritti civili e il mondo gay sono un’intuizione geniale anche perché molto vicina al mondo giovanile evoluto. Altri temi devono tornare centrali allo stesso modo, penso al turismo, all’ambiente, alla cultura. Berlusconi ha in mente non un partito che peraltro e per fortuna non ha mai fatto, ma un movimento di associazioni, sigle, movimenti risposti a mettersi in gioco sui singoli temi. Un movimento in grado di cogliere cosa accade nella società. Basta guardare oggi ai movimenti in corso per la successione a Napolitano: dall’editoriale di De Bortoli a Dalle Valle».

Sta dicendo che tutto è propedeutico alla successione di Napolitano?

«Tutte queste agitazioni vanno in quella direzione. Ci sono sussulti che dicono che è iniziata la corsa al cambio di guardia al Quirinale».

Berlusconi è della partita? Rientra nel toto-Colle?

«Secondo me Berlusconi sarà il grande elettore del nuovo inquilino del Quirinale ed è quello che teme Della Valle perché sa che Berlusconi sarà il ‘big-maker’.  Il ledaer di Fi ha ormai assunto un ruolo di garante delle istituzioni. Da quando ha accettato quello che lui chiama ‘ il colpo di Stato’ del governo Monti ha assunto il ruolo di padre della Patria, uomo delle istituzioni che lavorare per le istituzioni e lavorerà per il nuovo presidente della Repubblica».

Se Berlusconi è tornato centrale, c’è però il rischio che Renzi svuoti il berlusconismo se riuscirà nell’agenda delle riforme. Cosa risponde?

«Il berlusconismo non tramonterà perchà tutti sanno che le riforme erano le sue proposte al Paese e come uomo delle istituzioni e garante, ciò che conta è che si facciano. Oggi è disposto a farle gare anche ad un altro purchè si facciano nell’interesse del Paese. D’altra parte, quando voleva farle lui non aveva nessuno che lo supportava e difendeva dalle reazioni del conservatorismo. Adesso le sta facendo Renzi e Berlusconi è colui che lo protegge dalle resistenze conservatrici.  Berlusconi fa per Renzi quello che nessuno ha fatto per lui, nell’interesse del Paese». 


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